EFFETTI SULLA SALUTE DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI E SORVEGLIANZA SANITARIA
La protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione ai campi elettromagnetici (CEM) è fondamentale ed è quindi importante parlarne; per questo ci soffermiamo su un documento presentato sul sito dell’ ULSS 6 di Vicenza dal titolo “CEM: effetti sulla salute e sorveglianza sanitaria” a cura del dott. Pierantonio Zanon.Si tratta di una scheda di sintesi relativa agli effetti sulla salute e alla sorveglianza sanitaria per gli esposti ai campi elettromagnetici e inserita nel sito come documentazione per i Medici Competenti. Inevitabile partire dal D.Lgs. 81/2008 dove si indica che le disposizioni riguardano la protezione dai rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori dovuti agli effetti nocivi a breve termine, conosciuti nel corpo umano, derivanti dalla circolazione di correnti indotte, dall’assorbimento di energia, e da correnti di contatto. Il documento sottolinea come la sorveglianza sanitaria debba essere effettuata periodicamente, circa una volta l’anno o con periodicità inferiore decisa dal medico competente, con particolare riguardo ai lavoratori particolarmente sensibili al rischio, tenuto conto dei risultati della valutazione dei rischi trasmessi dal datore di lavoro. Inoltre devono essere tempestivamente sottoposti a controllo medico i lavoratori per i quali sia stata rilevata un’esposizione superiore ai valori di azione, a meno che la valutazione non dimostri che i valori limite di esposizione non siano superati e che possano essere esclusi rischi relativi alla sicurezza. Il documento riporta inoltre alcuni approfondimenti sul tema, tratti dalle “ Indicazioni operative”, del Coordinamento tecnico interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro in merito alla prevenzione e protezione dai rischi dovuti all’esposizione ad agenti fisici. Per esempio si risponde alla domanda: quali sono gli effetti sulla salute e sulla sicurezza che si vogliono prevenire con le misure previste dal Titolo VIII? Tali misure sono specificamente mirate alla protezione dagli effetti certi che hanno una ricaduta in termini sanitari. Si tratta cioè degli effetti conosciuti di tipo deterministico, di cui cioè esiste, ed è stata definita, una soglia di insorgenza, e la cui gravità può variare in funzione dell’intensità dell’esposizione. In particolare le correnti indotte citate nel testo sono essenzialmente dovute ai CEM a bassa frequenza (fino a 10 MHz), e possono indurre vari effetti avversi principalmente a carico del sistema cardiovascolare (aritmie, fibrillazione, asistolia, ecc.) e nervoso (contrazione neuromuscolare, induzione di lampi luminosi nel campo visivo noti come magnetofosfeni, o altri). L’assorbimento di energia è connesso ai CEM a frequenze oltre i 100 kHz e può causare un riscaldamento localizzato di organi e tessuti o uno stress termico generalizzato e gli effetti avversi più rilevanti sono le ustioni, il colpo di calore, la cataratta e la sterilità maschile temporanea.Invece, le correnti di contatto considerate dalla legge sono quelle che “fluiscono al contatto di un individuo con oggetti metallici posti nel campo elettromagnetico e che, in funzione dell’intensità, possono indurre effetti quali percezioni dolorose, contrazioni muscolari, ustioni. È importante notare che la maggior parte degli effetti avversi considerati nel DLgs.81/2008 compaiono immediatamente (es. aritmie, contrazioni muscolari, ustioni), ma alcuni, come la cataratta o la sterilità maschile, essendo la conseguenza di un meccanismo cumulativo, possono manifestarsi a distanza di tempo”.Inoltre la normativa “è volta anche alla protezione da alcune tipologie di effetti indiretti, quali l’interferenza elettromagnetica con attrezzature e dispositivi medici elettronici (compresi stimolatori cardiaci e altri dispositivi impiantati), l’effetto propulsivo di oggetti ferromagnetici all’interno di intensi campi magnetici statici, l’innesco di elettrodetonatori ed il rischio incendio per scintille provocate dalla presenza dei CEM nell’ambiente”. È importante sapere inoltre che i lavoratori portatori di dispositivi medici o protesi impiantate “devono essere considerati lavoratori particolarmente sensibili al rischio, secondo la definizione dell'art.183” del D.Lgs. 81/2008. La valutazione del rischio per tali soggetti “sarà quindi del tutto peculiare e prescinderà dal mero rispetto dei valori di azione e limiti di esposizione, avvalendosi peraltro della collaborazione del medico competente. Infatti “l’esposizione a campi elettromagnetici di entità inferiore anche ai livelli di riferimento per il pubblico di cui alla raccomandazione europea 1999/519/CE può comportare problemi per persone portatrici di stimolatori cardiaci, impianti ferromagnetici e dispositivi medicali impiantati”.I soggetti e le situazioni fisiologiche e patologiche che possono comportare condizioni di maggiore suscettibilità ai CEM sono quelli portatori di:
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Schegge o frammenti metallici;
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Clips su aneurismi, aorta, cervello;
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Valvole cardiache;
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Stents;
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Defibrillatori impiantati;
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Pompe di infusione di insulina o altri farmaci;
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Pace maker cardiaci;
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Corpi metallici nel condotto uditivo o impianti per udito;
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Neurostimolatori o elettrodi inpiantati nel cervello o subdurali;
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Protesi metalliche per pregresse fratture o interventi correttivi articolari;
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Chiodi e viti impiantati;
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Espansori mammari.
E anche i soggetti con:
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Stato di gravidanza;
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Patologie del sistema nervoso centrale (con particolare riferimento all'epilessia);
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Patologie del sistema cardiovascolare (in particolare soggetti che hanno subito di recente infarto del miocardio).
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