IL PRIMO SOCCORSO NEI LUOGHI DI LAVORO

Home » IL PRIMO SOCCORSO NEI LUOGHI DI LAVORO

IL PRIMO SOCCORSO NEI LUOGHI DI LAVORO
 

Un intervento corretto e tempestivo in un'emergenza sanitaria , cioè una situazione improvvisa e imprevista che mette in pericolo la sopravvivenza di una o più persone immediatamente o a brevissima distanza di tempo dall'inizio del malessere o del trauma, è fondamentale anche negli ambienti di lavoro. Al fine di favorire una idonea informazione e formazione l’Azienda USL 3 di Pistoia ha pubblicato sul proprio sito il documento “Corso Primo Soccorso Sanitario nei luoghi di lavoro” con riferimento al Decreto Ministeriale n. 388 del 15 luglio 2003 che ha introdotto una particolare classificazione aziendale per quanto riguarda le modalità di organizzazione del pronto soccorso, individuando le tipologie di formazione degli addetti al pronto soccorso e specificando le attrezzature minime di equipaggiamento e di protezione individuale che il datore di lavoro deve mettere a disposizione degli addetti. Il datore di lavoro deve inoltre prendere i provvedimenti necessari in materia di pronto soccorso e di assistenza medica di emergenza, tenendo conto delle altre eventuali persone presenti sui luoghi di lavoro e stabilendo i necessari rapporti con i servizi esterni, anche per il trasporto dei lavoratori infortunati. È importante a tale proposito fare una differenza tra emergenza e urgenza, ricordando che fra le più importanti emergenze sanitarie si possono annoverare: l'arresto cardiocircolatorio, le alterazioni emodinamiche, gli stati asfittici, le situazioni d'instabilità respiratoria, il politrauma e anche quelle situazioni come l'amputazione di un arto, le lesioni facciali o le lesioni midollari basse, che ledono pesantemente l'integrità psicofisica del paziente. Per urgenza sanitaria, invece, s'intende una situazione che di per se non pone in pericolo immediato la vita del paziente ma che crea sofferenza: anch'essa deve essere affrontata, controllata e risolta, possibilmente, in breve tempo. Certo nella realtà questa distinzione fra emergenza ed urgenza non è sempre così netta e, di fatto, esistono situazioni di urgenza-emergenza e di emergenza- urgenza. Le prime sono rappresentate da situazioni poco gestibili dalla vittima e dai presenti per le quali gli operatori sanitari, costretti dall'instabilità emotiva delle persone coinvolte sia direttamente che indirettamente, devono intervenire in emergenza. Le seconde sono, invece, reali situazioni di pericolo imminente i cui segni e sintomi non sono allarmanti e risultano sottostimati dal paziente nella fase iniziale, ma che evolvono, poi, in situazioni letali o potenzialmente lesive. La morte inattesa è un evento drammatico che si può e si deve non solo prevenire, limitando i fattori di rischio cardiovascolare e traumatico, ma anche combattere, impedendo che un arresto cardiorespiratorio improvviso duri così a lungo da causare la morte dell’individuo. Ciò è realizzabile se si attiva tempestivamente una sequenza d’interventi critici cui partecipano, coordinandosi, cittadini ed operatori sanitari, per formare quella che viene chiamata ‘catena della sopravvivenza’. Tale catena consiste in quella serie continua di procedure da mettere in pratica per il pieno successo della rianimazione di pazienti definiti critici a causa d'eventi lesivi che avvengono al di fuori dell'ospedale, ovvero:

  • Allarme immediato (chiamata al numero gratuito Nazionale 118 per l'Italia);

  • Precoce Rianimazione Cardiopolmonare (BLS);

  • Defibrillazione Precoce;

  • Advanced Life Support (ALS: manovre di supporto vitale avanzato).

 

Questa visione del problema rivaluta notevolmente la figura del primo soccorritore: infatti, molte delle situazioni che possono mettere in pericolo la vita del paziente si realizzano al di fuori delle strutture ospedaliere, e conseguentemente il primo soccorso è portato generalmente da personale non medico (soccorritore occasionale) che si trova costretto ad affrontare una situazione d'emergenza, in alcuni casi, senza gli strumenti adatti. Il concetto di catena della sopravvivenza si applica a tutte le situazioni di emergenza, comprese quelle traumatologiche, in cui l'importanza del fattore tempo è sottolineata dal concetto di golden hour vale a dire quell'ora d'oro entro la quale devono svolgersi le azioni di valutazione e trattamento iniziale sul campo, trasporto rapido e assistito alla struttura ospedaliera idonea, per il completamento della fase diagnostica e l’instaurazione delle terapie mirate.

 



Segui le Social Page!
Facebooklinkedin

Condividi il contenuto sui social!
Facebooktwitterpinterestlinkedinmail
PuntoSicurezzA Azienda certificata
Associazione Imprese Disinfestazione Professionali Italiane
Servizi e Prodotti Puntosicurezza Srl

Per qualsiasi informazione contattaci allo 0575 380 106 o scrivi ad info@puntosicurezzaar.com