La presenza di una segnaletica stradale si è vista necessaria dopo la comparsa delle prime automobili. Inizialmente, i segnali non erano standardizzati, e forma, colore e simboli erano decisi a livello locale.
I primi ad occuparsi di cartellonistica stradale in Italia furono quelli del Touring Club italiano. I cartelli del TCI erano dei semplici cartelli con scritte bianche su sfondo turchese, sui quali erano riportate, a parole, le indicazioni stradali.
Nel 1898 si tenne, a Lussemburgo, un congresso internazionale al quale parteciparono 17 associazioni turistiche, e fu in questa occasione che ci si rese conto della necessità di eliminare le indicazioni scritte dai cartelli, per permetterne l’utilizzo anche agli analfabeti e a chi non conoscesse la lingua. 5 anni dopo, il Touring Club Italiano creò una commissione per le segnalazioni stradali, con il compito di stabilire delle indicazioni standardizzate per i vari pericoli incontrati durante la guida.
È solo dopo la prima guerra mondiale che vengono stabilite le forme dei cartelli a seconda della loro funzione: triangolari i cartelli di pericolo, a freccia i cartelli di direzione, circolari quelli di prescrizione, rettangolare negli altri casi. Le varie forme vennero riconosciute dalla Conferenza di Ginevra sono nel 1931.
SECONDO DOPOGUERRA
Dopo la seconda guerra mondiale, si dovette procedere alla reinstallazione della segnaletica stradale, dato che i combattenti avevano eliminato la maggior parte delle indicazioni per impedire l’avanzata nemica. Il nuovo Codice della strada, promulgato nel 1959, stabilì delle regole preciso riguardo la forma, la dimensione e il colore dei nuovi cartelli stradali, e li suddivise in quattro categorie: segnali di pericolo, segnali di divieto, segnali di obbligo e segnali di indicazione. Tali segnali sono rimasti in vigore fino al 1992.
I segnali di pericolo avevano forma triangolare con vertice verso l’alto (con l’eccezione del segnale di “dare precedenza”). I lati del triangolo equilatero dovevano essere di 90 cm, 60 cm per i cartelli di dimensioni ridotte, e dovevano essere collocati a 150 m di distanza dal punto da segnalare (salvo eccezioni per impossibilità, che comunque dovevano essere segnalate da un pannello rettangolare posto sotto al cartello di pericolo).
I segnali di obbligo e quelli di divieto avevano forma circolare, dal diametro di 90 cm, 40 per i cartelli di dimensioni ridotte, e dovevano essere posti sul punto di inizio divieto o obbligo. I segnali di indicazione avevano generalmente forma rettangolare o quadrata.
SEGNALETICA MODERNA
I segnali stradali verticali italiani odierni sono regolati dal Decreto Legislativo 285/1992, e si dividono in 4 categorie:
segnali di pericolo;
segnali di prescrizione;
segnali di indicazione;
pannelli integrativi.
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