Videosorveglianza

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Videosorveglianza

Con videosorveglianza si intende l’attività del vigilare a distanza, tramite l’utilizzo di telecamere o di altri strumenti, strategicamente posizionati, in grado di assicurare la trasmissione di immagini. Di solito vengono utilizzate telecamere filari. La telecamera ordinaria non può effettuare visioni notturne, per questo la soluzione adottata da molti per molto tempo è stata quella di utilizzare un faro o una luce per illuminare il campo della telecamera. Oggigiorno fortunatamente però quasi tutti i tipi di telecamere sono dotate di LED Infrarossi.

Nel corso degli anni si sono rese disponibili vari tipi di dispositivi, come:

  • Wireless: che permettono un’installazione senza fili;
  • IP: Che permettono di utilizzare la rete internet per sorvegliare a distanza il luogo desiderato;
  • Speed Dome: Un particolare tipo di telecamere mimetizzate che si trovano comunemente nei luoghi pubblici. Le Speed Dome possono ruotare di 360° e sono quindi perfette per sorvegliare ambienti grandi come i parchi gioco.
  • Finte: Sono telecamere non funzionanti con un LED lampeggiante per simulare che la telecamera sia realmente attiva.
  • LED infrarossi che permettono la visione della telecamera in bianco e in nero anche in piena notte in un viale completamente buio.

 

L’argomento videosorveglianza desta ancora oggi molti dubbi e interrogativi: ci si domanda infatti se sia legale porre delle telecamere negli edifici privati e se queste violino o meno la nostra privacy. La legge italiana non prevede autorizzazioni preventive per l’installazione di telecamere.

Le telecamere non servono solo per registrare le malefatte di un delinquente in modo da poterlo riconoscere, catturare e processare, il loro uso è infatti consentito ai fini della videosorveglianza, magari di un abitazione lontana, come la casa al mare o in montagna, dove andiamo per brevi periodi di vacanza e che magari durante il resto dell’anno possiamo visitare poco.

Per un corretto uso delle telecamere queste devono essere affiancate a un sistema di rilevamento delle violazioni, come un allarme perimetrico, che consente l’intervento immediato. La legge italiana in materia di videosorveglianza stabilisce sei principi:

  • Principio di necessità: è il principio in base al quale la videosorveglianza va usata solo nel caso in cui sia realmente necessaria e sia la tecnica più adatta per prevenire un certo tipo di crimine.
  • Principio di conoscenza: in base al quale le riprese non possono essere effettuate di nascosto, all’insaputa delle persone coinvolte, per questo nell’area soggetta alla videosorveglianza devono essere presenti dei cartelli che avvisino le persone in transito del fatto che ogni loro azione verrà ripresa e conservata per qualche tempo.
  • Principio di limitatezza: è il principio in base al quale le riprese vanno limitate allo spazio ed al tempo necessari per lo scopo, e comunque alle aree di competenza della persona che ne fa uso. Per questo motivo non possiamo mettere telecamere sulla nostra porta di casa che riprendano la strada o la porta del vicino.
  • Principio di responsabilità: in base al quale chi viene ripreso deve sapere chi effettua le riprese e chi conserva i filmati, in modo da sapere a chi rivolgersi in caso di problemi, ed è per questo necessario che ci sia il nome del titolare delle riprese sul cartello.
  • Diritto all’oblio: in base al quale i filmati devono essere cancellati appena viene meno la necessità di conservarli, cioè di solito dopo 24 ore.
  • Nei casi non coperti dalla legislazione, è il garante che emette le norme applicative del caso, ed è sempre il garante che deve essere consultato per ogni dubbio, e che rilascia anche le autorizzazioni preventive previste per alcune applicazioni.

 

È quindi importante ricordare che le telecamere di sorveglianza non servono per memorizzare le eventuali evidenze di un reato, ma servono e devono essere usate per avvertire tempestivamente il responsabile della sicurezza di una violazione.

Dal momento in cui le telecamere rilevano un evento criminale è possibile conservare tutte le tracce utili all’indagine, fino alla fine dell’inchiesta.

Nei negozi, dove non è spesso possibile un approccio automatico, il responsabile a fine giornata deve visionare i filmati, conservandoli poi solo in caso di reato. Buona norma sarebbe conservare i dati offsite, cioè lontano dall’area sottoposta a videosorveglianza, in quanto il malvivente altrimenti potrebbe impadronirsi dell’hard disk che contiene le immagini. Per questo deve esistere un canale di comunicazione tra il luogo posto sotto sorveglianza e quello dove sono conservate le registrazioni, utilizzando nella maggior parte dei casi una connessione internet.



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